giovedì 10 marzo 2016

Il Partito della Sinistra Europea

Appunti per la conferenza della Libera Università Popolare di Reggio Emilia (8-02-2016)

Il mio intervento toccherà la dimensione sovranazionale ed in particolare l’esperienza del Partito della Sinistra Europea. Mi concentrerò sui caratteri principali, sulle ragioni che hanno portato alla sua fondazione, su problemi e difficoltà.

Ad oltre 10 anni dalla fondazione si può cercare di trarne un bilancio e di chiedersi anche che cosa è cambiato in questo periodo di tempo.

Le prime domande sono: perché è stato costituito il Partito della Sinistra Europea (SE)? e perché così tardi?

Il processo è iniziato nel 1998 a Berlino, su proposta di Lothar Bisky della allora PDS tedesca (confluita nella Linke). Presenti tutti i partiti più importanti, compresi il PC Greco e Portoghese che poi si opporranno alla fondazione dell’SE.

Le ragioni della proposta: necessità di operare nella dimensione sovranazionale per costruire un’alternativa al neoliberismo dominante.
Questo obbiettivo richiedeva di andare oltre alle due sedi di convergenza della sinistra esistenti in quel momento:

·        il GUE, gruppo della sinistra al Parlamento europeo, nato nel 1994 (ricostruito dopo le divisioni della fine degli anni ’80).
·        il Forum della Nuova Sinistra Europea, nato nel 1991 per iniziativa di Izquierda Unida (Spagna).

Il GUE aveva il limite di essere confederale e solo istituzionale, quindi con una scarsa coesione. Resta come punto di aggregazione di tutta la sinistra alternativa (ad eccezione del KKE greco che se ne è distaccato); il Forum di essere solo una sede di scambio informativo tra partiti. Praticamente disattivato.

La Sinistra Europea si propone di costruire una proposta ed un’azione politica comune.

Di che “animale politico” si tratta?

E’ un “partito di livello europeo (PLE)”, secondo i politologi, anche se alcuni ritengono che siano piuttosto delle “federazioni” perché non scelgono parlamentari e governo.

I PLE sono promossi dall’Unione Europea come strumento per avvicinare l’opinione pubblica al progetto europeista ma non ne intaccano realmente il deficit democratico.

Le altre “famiglie” politiche si sono organizzate prima, la socialdemocrazia nel Partito del Socialismo Europeo, conservatori e democristiani nel Partito Popolare, liberali e verdi nelle rispettive formazioni, ecc.

Le difficoltà di unire una “famiglia” politica divisa.

Fino agli anni ’80 il campo a sinistra della socialdemocrazia era composto quasi esclusivamente da Partiti Comunisti.

L’impatto del crollo del blocco socialista porta ad una differenziazione dei percorsi:
·        abbandono dell’identità comunista
·        ricerca di un rinnovamento dell’identità

Già prima della caduta dell’URSS questo campo non era compatto (filosovietici contro eurocomunisti).

L’iniziativa per la SE è attivata da 5 partiti: PDS (Germania, confluito nella Linke), PC Francese, PRC Italia, Izquierda Unida, Synaspismos (Grecia, ora confluito in Syriza).

All’inizio del 2004 viene lanciato un appello da parte di 11 partiti.

Elementi caratterizzanti dell’SE:

·        rispetto della sovranità dei partiti e rifiuto di ingerirsi nella loro vita interna
·        consenso come esigenza per definire posizioni politiche comuni
·        sì all’integrazione europea ma rottura con il modo con il quale si è realizzata (“europeismo critico”)
·        riconoscimento del pluralismo della sinistra
·        interazione con i movimenti sociali (Forum sociali, altermondialismo, movimenti di lotta contro la guerra, femminismo, ecc.)
·        rifiuto della guerra come priorità
·        nelle prime formulazioni programmatiche l’antiliberismo prevale sull’anticapitalismo e sono molto sfumati gli accenni al socialismo (concezione “riformatrice radicale”)

Le posizioni critiche e ostili:

·        comunisti “ortodossi” o stalinisti: no alla dimensione sovranazionale e no alle critiche al socialismo sovietico, per la ricostruzione del movimento comunista (KKE, PC portoghese ma con posizioni diverse tra loro)

le correnti “sovraniste”: No alla dimensione sovranazionale (socialisti olandesi, sinistre scandinave)

 le correnti neotrotskiste: critica alle possibili alleanze con la socialdemocrazia (influenza culturale ma poche forze politiche organizzate)

Negli anni successivi l’SE ha consolidato la propria identità e intensificato i rapporti tra i partiti più impegnati nella sua costruzione.

Importante il No al Trattato Costituzionale Europeo. Larga condivisione a sinistra di questo orientamento con l’eccezione del PdCI che in Parlamento Europeo ha votato a favore.

Partecipazione ai referendum in Francia e Olanda nel 2005 che hanno “affossato” il trattato. Unico “partito di livello europeo” ad assumere questa posizione ed a partecipare come tale alle campagne referendarie.

Che cosa è cambiato in questi 10 anni?

Espansione della sinistra alternativa, seppure in modo molto diseguale. Un’area politica che veniva data per scomparsa all’inizio degli anni ’90  ha dimostrato vitalità e capacità di espansione. In alcuni paesi europei le forze della sinistra alternativa e radicale sopravanzano la socialdemocrazia (Grecia, Cipro, Spagna, Irlanda).

L’SE oggi ingloba circa 35 formazioni politiche (membri e osservatori) anche se alcune molto piccole, ma non è ancora riuscito a coinvolgere tutte le maggiori forze. E’ rimasta molto debole la penetrazione nell’Est Europa (allentato il rapporto con il PC Moldavo, il PC Boemo-Moravo resta osservatore).

L’impatto della crisi economico-finanziaria scoppiata nel 2007-2008, è sembrato soprattutto favorire la crescita del populismo di destra (Fronte Nazionale in Francia, AFD in Germania).

SE ha radicalizzato la critica al progetto europeo. Oggi si parla di “rifondazione dell’Europa”, in presenza di quella che viene definita come “crisi strutturale” del capitalismo.
·        rottura dell’attuale assetto istituzionale
·        cambiamento delle politiche economiche
·        difesa del ruolo dello Stato
·        difesa dei diritti dei lavoratori
·        opposizione al militarismo ed alla NATO

Il documento approvato al IV Congresso di Madrid accentua la posizione anticapitalista e parla di “alternativa socialista”.

Elezioni europee del 2014: importante scelta di nominare Alexis Tsipras come candidato alla Presidenza della Commissione Europea. Grecia e Syriza vengono individuati come punta avanzata della sinistra europea. 

Viene colta l’occasione offerta da un mutamento istituzionale, seppure molto parziale. con l’indicazione diretta del presidente della Commissione Europea, per costruire una campagna elettorale comune

Si è aperto il dibattito sull’euro, già prima delle vicende greche del 2015. Posizioni diverse all’interno di molti partiti.

·        Oskar Lafontaine (Linke) propone di tornare allo SME (Sistema Monetario Europeo, monete diverse con livello di cambio collegato)

·        minoranza di IU propone di tornare alla moneta nazionale

·        minoranza di Syriza (prima della scissione del 2015) mette nel conto la possibilità di una rottura e di una uscita dall’euro

Il IV Congresso della Sinistra Europea ha respinto la linea del “No Euro” per:

·        pericolo di una caduta nel nazionalismo e nella contrapposizione tra i popoli
·        la moneta di per sé non determina un cambiamento di politica economica

L’effetto della vicenda greca sulla sinistra europea. I settori ostili al compromesso denunciano la “capitolazione” o il “tradimento” di Tsipras. Le posizioni critiche ritengono che Syriza non abbia valutato attentamente i rapporti di forza e non abbia previsto una soluzione alternativa (non necessariamente l’uscita dall’Euro). Posizione prevalente nell’SE (ed anche fuori, es. Podemos, Sinn Fein) ritiene che Tsipras abbia combattuto ma dati i rapporti di forza ha dovuto accettare un compromesso difficile, e la partita per rompere con le politiche di austerità non sia ancora chiusa.

Iniziative per un Piano B. Primo appuntamento a Parigi con prevalenza di una componente di elementi usciti a sinistra dalla socialdemocratica (Melenchon, Lafontaine, Fassina), favorevole a politiche economiche neokeynesiane. Secondo appuntamento fissato a Madrid con altre forze più variegate, ma una significativa presenza neotrotskista.

Alcuni limiti dell’iniziativa: molti “Piani B” non coerenti tra loro; rischio di separazione e contrapposizione tra le proposte sostenute da partiti e forze lontane dal potere con quelle perseguite da forze che operano dal governo o hanno l’obbiettivo di raggiungerlo. Rischio di Piani velleitari.

Il Partito della Sinistra Europea ha avviato la preparazione del prossimo congresso che si terrà a Berlino alla fine del 2016. Un occasione per fare il punto delle forze e della strategia. Non mancano tendenze centrifughe (ad esempio in Francia con la crisi del Front de Gauche).


Franco Ferrari

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