Appunti
per la conferenza della Libera Università Popolare di Reggio Emilia (8-02-2016)
Il mio intervento toccherà la dimensione
sovranazionale ed in particolare l’esperienza del Partito della Sinistra Europea. Mi concentrerò sui caratteri
principali, sulle ragioni che hanno portato alla sua fondazione, su problemi e
difficoltà.
Ad oltre 10 anni dalla fondazione si può cercare
di trarne un bilancio e di chiedersi anche che cosa è cambiato in questo
periodo di tempo.
Le prime domande sono: perché è stato costituito il Partito della Sinistra Europea (SE)? e
perché così tardi?
Il processo è iniziato nel 1998 a Berlino, su
proposta di Lothar Bisky della allora PDS tedesca (confluita nella Linke). Presenti
tutti i partiti più importanti, compresi il PC Greco e Portoghese che poi si
opporranno alla fondazione dell’SE.
Le ragioni della proposta: necessità di operare
nella dimensione sovranazionale per costruire un’alternativa al neoliberismo
dominante.
Questo obbiettivo richiedeva di andare oltre
alle due sedi di convergenza della sinistra esistenti in quel momento:
·
il GUE, gruppo della sinistra al
Parlamento europeo, nato nel 1994 (ricostruito dopo le divisioni della fine
degli anni ’80).
·
il Forum della Nuova Sinistra
Europea, nato nel 1991 per iniziativa di Izquierda Unida (Spagna).
Il GUE aveva il limite di essere confederale e
solo istituzionale, quindi con una scarsa coesione. Resta come punto di
aggregazione di tutta la sinistra alternativa (ad eccezione del KKE greco che
se ne è distaccato); il Forum di essere solo una sede di scambio informativo
tra partiti. Praticamente disattivato.
La Sinistra Europea si propone di costruire una
proposta ed un’azione politica comune.
Di che “animale politico” si tratta?
E’ un “partito
di livello europeo (PLE)”, secondo i politologi, anche se alcuni ritengono
che siano piuttosto delle “federazioni” perché non scelgono parlamentari e
governo.
I PLE sono promossi dall’Unione Europea come
strumento per avvicinare l’opinione pubblica al progetto europeista ma non ne
intaccano realmente il deficit democratico.
Le altre “famiglie” politiche si sono
organizzate prima, la socialdemocrazia nel Partito del Socialismo Europeo,
conservatori e democristiani nel Partito Popolare, liberali e verdi nelle
rispettive formazioni, ecc.
Le difficoltà di unire una “famiglia” politica divisa.
Fino agli anni ’80 il campo a sinistra della
socialdemocrazia era composto quasi esclusivamente da Partiti Comunisti.
L’impatto del crollo del blocco socialista porta
ad una differenziazione dei percorsi:
·
abbandono dell’identità comunista
·
ricerca di un rinnovamento
dell’identità
Già prima della caduta dell’URSS questo campo
non era compatto (filosovietici contro eurocomunisti).
L’iniziativa per la SE è attivata da 5 partiti:
PDS (Germania, confluito nella Linke), PC Francese, PRC Italia, Izquierda
Unida, Synaspismos (Grecia, ora confluito in Syriza).
All’inizio del 2004 viene lanciato un appello da
parte di 11 partiti.
Elementi caratterizzanti dell’SE:
·
rispetto della sovranità dei partiti
e rifiuto di ingerirsi nella loro vita interna
· consenso come esigenza per definire posizioni politiche comuni
· sì all’integrazione europea ma rottura con il modo con il quale si è realizzata (“europeismo critico”)
· riconoscimento del pluralismo della sinistra
· interazione con i movimenti sociali (Forum sociali, altermondialismo, movimenti di lotta contro la guerra, femminismo, ecc.)
· rifiuto della guerra come priorità
· nelle prime formulazioni programmatiche l’antiliberismo prevale sull’anticapitalismo e sono molto sfumati gli accenni al socialismo (concezione “riformatrice radicale”)
· consenso come esigenza per definire posizioni politiche comuni
· sì all’integrazione europea ma rottura con il modo con il quale si è realizzata (“europeismo critico”)
· riconoscimento del pluralismo della sinistra
· interazione con i movimenti sociali (Forum sociali, altermondialismo, movimenti di lotta contro la guerra, femminismo, ecc.)
· rifiuto della guerra come priorità
· nelle prime formulazioni programmatiche l’antiliberismo prevale sull’anticapitalismo e sono molto sfumati gli accenni al socialismo (concezione “riformatrice radicale”)
Le posizioni critiche e ostili:
·
comunisti “ortodossi” o stalinisti:
no alla dimensione sovranazionale e no alle critiche al socialismo sovietico,
per la ricostruzione del movimento comunista (KKE, PC portoghese ma con
posizioni diverse tra loro)
le correnti “sovraniste”: No alla dimensione sovranazionale (socialisti olandesi, sinistre scandinave)
le correnti neotrotskiste: critica alle possibili alleanze con la socialdemocrazia (influenza culturale ma poche forze politiche organizzate)
le correnti “sovraniste”: No alla dimensione sovranazionale (socialisti olandesi, sinistre scandinave)
le correnti neotrotskiste: critica alle possibili alleanze con la socialdemocrazia (influenza culturale ma poche forze politiche organizzate)
Negli anni successivi l’SE ha consolidato la
propria identità e intensificato i rapporti tra i partiti più impegnati nella
sua costruzione.
Importante il No al Trattato Costituzionale Europeo. Larga condivisione a
sinistra di questo orientamento con l’eccezione del PdCI che in Parlamento Europeo
ha votato a favore.
Partecipazione ai referendum in Francia e Olanda
nel 2005 che hanno “affossato” il trattato. Unico “partito di livello europeo”
ad assumere questa posizione ed a partecipare come tale alle campagne
referendarie.
Che cosa è cambiato in questi 10 anni?
Espansione della sinistra alternativa, seppure in modo molto diseguale. Un’area politica che veniva
data per scomparsa all’inizio degli anni ’90
ha dimostrato vitalità e capacità di espansione. In alcuni paesi europei
le forze della sinistra alternativa e radicale sopravanzano la socialdemocrazia
(Grecia, Cipro, Spagna, Irlanda).
L’SE oggi ingloba circa 35 formazioni politiche
(membri e osservatori) anche se alcune molto piccole, ma non è ancora riuscito
a coinvolgere tutte le maggiori forze. E’ rimasta molto debole la penetrazione
nell’Est Europa (allentato il rapporto con il PC Moldavo, il PC Boemo-Moravo
resta osservatore).
L’impatto della crisi economico-finanziaria
scoppiata nel 2007-2008, è sembrato soprattutto favorire la crescita del
populismo di destra (Fronte Nazionale in Francia, AFD in Germania).
SE ha radicalizzato la critica al progetto
europeo. Oggi si parla di “rifondazione dell’Europa”, in presenza di quella che
viene definita come “crisi strutturale” del capitalismo.
·
rottura dell’attuale assetto
istituzionale
·
cambiamento delle politiche
economiche
·
difesa del ruolo dello Stato
·
difesa dei diritti dei lavoratori
·
opposizione al militarismo ed alla
NATO
Il documento approvato al IV Congresso di Madrid accentua la posizione anticapitalista e
parla di “alternativa socialista”.
Elezioni europee del 2014: importante scelta di
nominare Alexis Tsipras come candidato alla Presidenza della Commissione
Europea. Grecia e Syriza vengono individuati come punta avanzata della sinistra
europea.
Viene colta l’occasione offerta da un mutamento istituzionale, seppure
molto parziale. con l’indicazione diretta del presidente della Commissione
Europea, per costruire una campagna elettorale comune
Si è aperto il dibattito sull’euro, già prima delle vicende greche del 2015.
Posizioni diverse all’interno di molti partiti.
·
Oskar Lafontaine (Linke) propone di
tornare allo SME (Sistema Monetario Europeo, monete diverse con livello di
cambio collegato)
·
minoranza di IU propone di tornare
alla moneta nazionale
·
minoranza di Syriza (prima della
scissione del 2015) mette nel conto la possibilità di una rottura e di una
uscita dall’euro
Il IV Congresso della Sinistra Europea ha respinto la linea del “No Euro” per:
·
pericolo di una caduta nel
nazionalismo e nella contrapposizione tra i popoli
·
la moneta di per sé non determina un
cambiamento di politica economica
L’effetto della vicenda greca sulla sinistra
europea. I settori ostili al compromesso denunciano la “capitolazione” o il
“tradimento” di Tsipras. Le posizioni critiche ritengono che Syriza non abbia
valutato attentamente i rapporti di forza e non abbia previsto una soluzione
alternativa (non necessariamente l’uscita dall’Euro). Posizione prevalente
nell’SE (ed anche fuori, es. Podemos, Sinn Fein) ritiene che Tsipras abbia
combattuto ma dati i rapporti di forza ha dovuto accettare un compromesso
difficile, e la partita per rompere con le politiche di austerità non sia
ancora chiusa.
Iniziative per un Piano B. Primo
appuntamento a Parigi con prevalenza di una componente di elementi usciti a
sinistra dalla socialdemocratica (Melenchon, Lafontaine, Fassina), favorevole a
politiche economiche neokeynesiane. Secondo appuntamento fissato a Madrid con
altre forze più variegate, ma una significativa presenza neotrotskista.
Alcuni limiti dell’iniziativa: molti “Piani B”
non coerenti tra loro; rischio di separazione e contrapposizione tra le
proposte sostenute da partiti e forze lontane dal potere con quelle perseguite
da forze che operano dal governo o hanno l’obbiettivo di raggiungerlo. Rischio
di Piani velleitari.
Il Partito della Sinistra Europea ha avviato la
preparazione del prossimo congresso che
si terrà a Berlino alla fine del 2016. Un occasione per fare il punto delle
forze e della strategia. Non mancano tendenze centrifughe (ad esempio in
Francia con la crisi del Front de Gauche).
Franco Ferrari
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