domenica 8 giugno 2014

La felice metamorfosi del Partito del Lavoro Belga (PTB)

Le elezioni europee si sono tenute in Belgio in coincidenza con il rinnovo del Parlamento nazionale e delle tre camere regionali (Vallonia, Fiandre, Bruxelles). Uno degli elementi di maggior novità, in un voto che non ha stravolto gli equilibri politici del Paese, è stato l'ingresso di esponenti del Partito del Lavoro Belga (PTB) nel parlamento nazionale con due eletti, nel parlamento regionale vallone con altri  2 e in quello di Bruxelles con 4. Non è riuscito ad eleggere nella parte fiamminga, anche se per pochi voti. Ancora fuori portata la possibilità di conquistare un deputato europeo, per ottenere il quale occorre arrivare al 10%.

In termini di voti il PTB è cresciuto dai 101.008 di 4 anni fa agli attuali 251.289. In Vallonia la lista PTB-GO (dove GO sta per Gauche d'Ouverture, Sinistra d'apertura) raggiunge il 5,8%, a Bruxelles il 3,9% e nelle Fiandre 2,5%. Nella parte vallona, di lingua francese, il PTB aveva siglato un accordo con il Partito Comunista, membro della Sinistra Europea, e con la Lega Comunista Rivoluzionaria (LCR), sezione della Quarta Internazionale. Gli eletti al parlamento federale sono il portavoce nazionale Raoul Hedebouw, e l'esperto di questioni fiscali, Marco Van Hees.

Nessun forza a sinistra della socialdemocrazia era più rappresentata in Parlamento da quando, nel 1985, il Partito Comunista Belga fallì l'elezione di propri rappresentanti. Il PTB ha raggiunto percentuali molto significative in comuni con una lunga tradizione operaia e popolare come Herstal (21%) e Seraing (18%). Secondo prime analisi dei flussi elettorali, lo spostamento a sinistra sarebbe avvenuto soprattutto tra elettori del Partito Socialista Belga.

Il PTB ha una storia che risale allo sviluppo del movimento studentesco. Nel 1967 un gruppo di studenti dell'Università Cattolica di Lovanio, influenzati dal nazionalismo fiammingo, diedero vita al Movimento Popolare Studentesco (SVB). Alla testa del gruppo c'era Ludo Martens, leader incontrastato del partito fino a qualche anno prima della sua scomparsa avvenuta nel 2011. Il gruppo subisce l'influenza delle tendenze ideologiche internazionali attive in quegli anni e si orienta verso il maoismo. Nei primi anni '70 esce dai confini dell'Università e si collega a gruppi operai in lotta (Ford-Genk, industrie tessili di Gand). Nel 1970 pubblica il giornale "Tutto il potere ai lavoratori", e l'acronimo fiammingo, AMADA, diventa il nome del gruppo. Successivamente cerca di espandersi nelle zone di lingua francese è così assume la denominazione AMADA-TPO (Tout le pouvoir au travailleurs"). Sostiene la politica internazionale cinese anche quando questa assume posizioni anti-sovietiche estreme. In un suo documento l'URSS viene definita potenza "social-imperialista" e "social-fascista" e considerata più pericolosa degli Stati Uniti.

Nel 1979 il movimento si trasforma in partito e assume la denominazione di Partito del Lavoro del Belgio (PTB-PvDA) e continua a seguire le posizioni maoiste. La sua forza principale si trova nelle Fiandre. Partecipa a tutti gli appuntamenti elettorali ma con risultati generalmente molto modesti. Il PTB si avvale anche di una rete di una dozzina di Case dei Medici del Popolo, nelle quali le persone più povere possono trovare assistenza sanitaria iscrivendosi. Questa rete si è sviluppata fino ad impegnare diverse decine di persone tra medici, infermieri ed assistenti vari. Spesso nelle elezioni locali il PTB-PvDA presenta i propri "Medici del popolo" ed in questi casi ottiene risultati lusinghieri ma circoscritti.

Nella seconda metà degli anni '80, il PTB rivede il proprio giudizio sull'Unione Sovietica ed inizialmente esprime una valutazione favorevole sulla perestrojka, ma resta fondamentalmente un sostenitore della politica cinese. Anche in occasione della repressione verso gli studenti che ha luogo nei dintorni di Piazza Tien-An-Men, il PTB avalla la posizione del governo cinese. Tradizionalmente ostile a qualsiasi contatto con altre forze comuniste o marxiste (particolarmente di orientamento trotskista, considerate strumento della CIA) il partito di Ludo Martens propone nel 1988 una convergenza elettorale al PC Belga. Quest'ultimo però attraversa una profonda crisi, con alcuni settori favorevoli alla liquidazione del partito ed altri fortemente ostili all'orientamento dogmatico e stalinista del PTB.

Dopo la prima fase, il PTB rigetta la politica della perestrojka e stigmatizza il crollo dell'URSS come una "controrivoluzione di velluto". Sostiene i partiti unici rimasti al potere in alcuni partiti socialisti ed in particolare si avvicina alla Corea del Nord. E' molto attivo sul piano dei contatti internazionali ed ogni primo maggio organizza un "seminario comunista internazionale" che inizialmente raccoglie partiti e piccoli gruppi che si considerano "anti-revisionisti", ovvero stalinisti ma di diverso orientamento (ex filosovietici, maoisti, seguaci della Cina del dopo Mao, filoalbanesi ecc.). Col passare degli anni il PTB orienta la propria collaborazione verso principali partiti comunisti di provenienza filosovietica (greci, portoghesi, ecc.) e il Seminario in parte si sovrappone alla rete Solidnet con la questi partiti cercano di ricostruire il "movimento comunista internazionale".

Nel 1999 il partito si trova in crisi e inizia un lungo processo di ripensamento che culmina nel 2008 con un Congresso di rinnovamento, dal quale emerge il "nuovo" PTB. Uno dei suoi principali dirigenti , David Pestieau ha spiegato in questo modo quanto avvenuto:

"Questo cambiamento è iniziato dopo diverse esperienze penose: una sconfitta elettorale nel 1999 nella quale il PTB ha visto il suo risultato stagnare malgrado i numerosi movimenti sociali della fine degli anni '90; una pratica di scontro con le organizzazioni sindacali e con i progressisti che ha portato ad un suo grande isolamento; un disimpegno dal mondo de lavoro per concentrare le nostre forze sull'asse dell'anti-imperialismo con la piattaforma Stop USA nel 2002) e poi un'avventura politica, la lista Resist (un'alleanza elettorale con la Lega Araba Europea di Dyab Abu Jahjah) nel 2003. Tutto questo ha condotto ad un dibattito interno nel quale l'opposizione non era tra la vecchia e la giovane generazione ma tra coloro che volevano rompere con questa linea settaria e coloro che volevano proseguire in questa via. Questo dibattito ha portato all'allontanamento dell'ex segretaria generale (Nadine Rosa-Rosso, ndr) e di due altri membri dell'ufficio politico del partito nel 2004. Una direzione di transizione ha ripreso la testa del partito in quel momento.

Alla fine le conclusioni di questo dibattito sono state sistematizzate all'8° Congresso del Partito con un apporto della nuova generazione e con l'elezione di un nuovo presidente (Peter Mertens, ancora in carica, ndr). Il rapporto politico presentato 'Un partito di principi, un partito flessibile (souple), un partito di lavoratori' traduceva un triplice movimento".

Il Congresso, chiarisce Pestieau ha deciso che il PTB resti "un partito comunista" e ha confermato l'analisi secondo cui il capitalismo è un sistema in crisi e per questo ha mantenuto la "prospettiva del socialismo". Ma anche - si precisa - "quello della lotta per delle riforme sociali e democratiche, come strumento nella lotta per l'emancipazione sociale". Partito flessibile significa un partito più vicino alle preoccupazioni quotidiane della gente e che cerca di rendere comprensibile il proprio messaggio all'uomo della strada e non solo ai già convinti. Il terzo mutamento riguarda l'evoluzione verso un partito di lavoratori aprendo le porte ai sindacalisti, agli operai ed agli impiegati ai coloro che percepiscono un sussidio sociale. Quindi non una rottura con il comunismo bensì con una "linea settaria profondamente radicata".

Il PTB viene criticato, anche tra coloro che pure lo sostengono come unica forza di sinistra capace di uscire dalla marginalità, per le sue posizioni considerate acritiche sul passato dei Paesi socialisti. Gli vengono spesso rimproverati interventi a sostegno del Partito al potere nella Corea del Nord. Nell'8° congresso il gruppo dirigente ha volutamente lasciato da parte questo dibattito, con la motivazione che divide ed è lontano dagli interessi concreti delle persone. Questo confronto che dovrebbe anche chiarire qual'è  l'idea di socialismo che porta avanti il PTB dovrebbe essere l'oggetto del prossimo Congresso. Intanto, secondo le parole di Pestieau, il partito non fa più riferimento a modelli esterni di socialismo. La posizione sulla Cina è molto più sfumata e non mancano preoccupazione per il crescente numero di capitalisti. Sulla Corea del Nord vengono espresse riserve di fondo "per la militarizzazione della vita interna, l'isolazionismo, il culto della personalità ed un sistema politico diventato dinastico". 

Il presidente del Partito in una intervista televisiva avrebbe preso le distanze dallo stalinismo originario del partito considerato "un errore di gioventù" e dal testo di difesa dello stalinismo di cui è autore Ludo Martens. (riprendo questo citazione dal sito belga Avanti, ma non ho potuto verificarla direttamente).

Analizzando il PTB si tende a contrapporre da diversi versanti la presentazione pubblica del partito sul piano nazionale, accattivante e poco ideologica con quella che emerge dalla sua presenza negli incontri internazionali con altri partiti e gruppi comunisti, dal quale emergerebbe ancora un profilo dogmatico. L'impressione è che questa dualità sia anche un modo per gestire gli equilibri interni al gruppo dirigente (molto ristretto) tra fondatori e nuova generazione.

Perplessità solleva anche l'organizzazione interna del Partito che prevede una tripla modalità di adesione. Il PTB vanta nelle ultime dichiarazioni 7-8.000 iscritti in forte e rapida crescita. Va però detto che lo Statuto prevede tre diverse modalità di adesione. L'iscrizione è molto semplice, si può fare anche su internet pagando 20 euro, non richiede una grande partecipazione all'attività dell'organizzazione, ma non consente nemmeno una vera influenza sulle sedi decisionali. Esiste poi un cerchio più attivo con più diritti e poi quello ancora più ristretto dei militanti, ai quali si chiede disponibilità di tempo ma anche di versare al Partito cifre significative quando il reddito supera quello medio di un operaio qualificato. Non si sa con esattezza quanti siano gli aderenti ai "cerchi interni", ma si parla di 4-500 militanti.

Il PTB mantiene una posizione critica verso il Partito della Sinistra Europea, considerato "riformista". In un recente intervento ad una riunione internazionale ha espresso però l'esigenza di organismo simile che coinvolga i partiti ideologicamente più "ortodossi". Si è rifiutato di aderire all'Iniziativa europea costituita dal KKE e da altri piccoli gruppi, prevalentemente stalinisti e dogmatici. Nonostante la critica ideologica più che politica alla Sinistra Europea, il suo programma elettorale presentato alle recenti elezioni (per altro ben scritto) non differisce in modo significativo da quello dei principali partiti della SE. La prospettiva indicata non è quella della distruzione dell'Unione Europea e del ritorno alla dimensione nazionale e nemmeno dell'uscita dall'euro, quanto quello di una rifondazione radicale dell'Unione del tutto simile alla strategia emersa dal congresso di Madrid della Sinistra Europea.

Franco Ferrari



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